L'essenza della vita Mi chiamano Morsut Arrigo Francesco Altran

E’ un lancio( un passaggio ). E’ di vita trasparente. Si immerge e si erge. Va oltre il pensiero, non ha definizione ma carattere e caratteristiche. E’ il frutto del pensiero e dell’idea dell’innamoramento dell’idea stessa. Non ha inizio e non ha fine, non è fine a sé stesso ma ha una continuità perenne; non è collocato qui o là ma nel pensiero dell’idea e nell’amore per essa.

E’ esemplare di luce e di vita futura pulito perfetto impalpabile “bianco”.

Da dove si espande attraverso i percorsi fino a formare e sviluppare vita.

Assorbe ed emana attraverso la luce. E’ il frutto per eccellenza fermato per un attimo prima che si espanda e si sviluppi. E’ la parte più sensibile in un turbine di vita e di lotta per essa. Lo slancio è dolce, equilibrato, perfetto, non sviluppa critica né polemica ma silenzio di lotta totale.

Quanti arriveranno a destinazione, quanti riusciranno a comprendere e capire cos’è l’idea e per idea nella sua totalità che si “erge” e si immerge per qualunque persona che si pone dinnanzi a sé stessa, per riuscire ad amarsi, rispettarsi, essere degni della pelle o di quanto che ci avvolge e che ci accompagna dall’inizio alla fine senza dover chinare meschinamente il capo.

E’ indomabile perché è naturale. E’ controllabile attraverso una sana conoscenza.E’ domabile attraverso la violenza.Lui è essenziale di valori come sé stesso; lui è lo sguardo non bidimensionale, non tridimensionale, ma spaziale, lui è una persona. Quanti di questi piccoli esseri riusciranno a raggiungere la vita consapevole d’essere. Oltre il pensiero è come guardare le stelle nell’universo che non ha fondo, uno spazio che la mente non riesce a misurare e mai e poi mai misurerà. Però a questo mondo noi possiamo misurarci con noi stessi che siamo tanti universi e uno più incolmabile dell’altro, non esiste possibilità di misura (perché siamo evolutivi) ma di conoscenza e coscienza di potenzialità. Siamo nati liberi. Perché ci siamo resi schiavi? Siamo schiavi dell’ignoranza umana e allora attraverso l’umana cerchiamo assolutamente di uscire, confini non esistono, ce li abbiamo messi noi, l’universo non ha confini, ci sono solo spazi e rispetti nell’organizzazione della loro forma di rispetto naturale galattico.

La violenza è “peccato”, chi non fa violenza non fa peccato e questa è la misura che ci si può porre ad ogni livello morale, sessuale, sociale e principalmente verso noi stessi. Quanti anni abbiamo? Abbiamo tanti quanti il tempo. Ognuno di noi. Quanto siamo all’oscuro di noi stessi. Quanti spazi ancora da colmare. Muoviamoci, apriamo la vita alle nostre future generazioni.

Iniziamo con la mente, che è lo spazio più libero: ed ognuno nel suo ruolo, la mente ci accomuna, la quale fora ogni barriera e solo il pensiero può raggiungere l’uomo e attraverso lui si identifica solo chi ha pensato e solo chi ha pensato ha fatto storia. La bellezza cristallina della vita è identificarsi non in senso limitativo ma espansivo ed esplorativo. Sempre tenendo presente che la bontà e la perfidia sono come due gocce d’acqua trasparente: una contiene sale e zucchero, una vetriolo. La violenza è peccato sia fisico che psichico. E quelli che esercitano violenza e hanno la possibilità di non esercitarla ma risolverla, sono figure che si nascondono dietro muri trasparenti dove si possono vedere prostrati rispetto a loro stessi.

Vivere del vuoto colmabile è violenza.Il confuso può suscitare interesse e ricerca poi di conseguenza c’è il chiaro che è conoscenza e coscienza. Tutto ciò non è espressione di un volto interessato “di nulla”. “Il nulla” parvenza di bello.

 

Dalla "conclusione" della Tesi di Laurea scritta nell’A.A. 1982 – 1983, Istituto Universitario di Architettura di Venezia: "Una porta aperta sulla ragion d'essere"